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Diamo il benvenuto alla Quaresima
Sansicario Alto :: Generale ::
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190210
Diamo il benvenuto alla Quaresima
Diamo il benvenuto alla Quaresima,
Così titola la locandina che vuole introdurci al tempo privilegiato che ci prepara alla Pasqua: la Quaresima.
E’ l’ultima di una serie molto lunga che conservo in archivio, la prima che si apre al vasto pubblico di internet. Per dirvi come sono nate, debbo confidarvi che, essendo parroco di tre parrocchie, ho la responsabilità di cinque chiese, tutte dotate di bacheche curate e belle. Vederle vuote il più del tempo, mi dava pena e non mi andava di usarle solo per annunciare gli orari delle funzioni. Premendomi il messaggio legato al mio ministero, ne ho fatto strumento di comunicazione del medesimo. La trovata, anche se faticosa, mi piacque . Così ho persistito , per anni, in questa attività e persisto tuttora. Non mi stupisco pertanto di averne un gran numero che conservo in ben quattro faldoni divisi per argomento.
E’ buffo ricordarlo ma ve lo voglio dire: inizialmente li avevo battezzati tazebao, perché li stimavo affini a quanto mi era arrivato dalla Cina al tempo della rivoluzione culturale dei successori di Mao. Mi ero fatto idea che si trattasse di messaggi semplici, popolari, soprattutto controcorrente, di poche parole ben centrate, incisive. E così mi sono comportato, aggiungendovi sempre una immagine ritagliata da qualche pubblicazione e usando mezzi poverissimi, un paio di pennarelli e il retro di manifesti che ricevo a bizzeffe.
Ebbene, al faldone “Anno liturgico” appartiene il poster della Quaresima che vi affido.
Invita a interpretare e fare proprie le due espressioni che, tradizionalmente, accompagnano l’imposizione delle Ceneri, il Mercoledì detto appunto delle Ceneri. Si integrano. L’una senza l’altra è monca: non serve, cioè non appartiene al patrimonio della nostra fede, richiamare così drammaticamente il nulla del nostro esistere se il richiamo non viene integrato dalla forza dello Spirito che vince il nulla e opera nuova vita. Così ci portiamo al cuore della Quaresima intesa come preparazione alla Pasqua che è celebrazione del nulla della morte e del tutto della risurrezione di Cristo, cui il credente partecipa nei sacramenti pasquali della confessione (morte) e della risurrezione (Comunione).
In questa celebrazione si vive, interamente, la fede cristiana: l’intero mistero pasquale di Cristo Redentore, che, come tale, riscatta l’umanità dalla sua caduta per portarla, mediante l’effusione dello Spirito, a vita nuova: l’umanità redenta appunto che vive delle Beatitudini e dei doni dello Spirito.
Se questo linguaggio risultasse non pienamente comprensibile, potrei proporlo in altra maniera. L’amore di Dio si manifesta in Gesù storico al punto che, mentre noi siamo ancora malvagi, lui muore per noi. Se crediamo questo e professiamo questa fede, il suo sangue, gratuitamente, ci giustifica cioè ci fa giusti davanti a Dio pur non togliendoci quei “germi misteriosi di connivenza col male che guasta il nostro cuore alla radice.”
Per essere questo il mio biglietto da visita, m’accorgo d’avervi impegnato nel profondo. Ma non potevo farne a meno, trattandosi di Quaresima e di Pasqua.
La gravità del tema risulta poi ancora più evidente se si considerano gli impedimenti che rendono difficile il discorso e sono di grande ostacolo: la convinzione di non aver affatto bisogno di essere giustificati perché ci si ritiene in grado di salvarsi da soli e, ciò che è ancora più brutto, il rifiuto del dono, l’incapacità di accogliere un Amore così grande e incondizionato.
Così titola la locandina che vuole introdurci al tempo privilegiato che ci prepara alla Pasqua: la Quaresima.
E’ l’ultima di una serie molto lunga che conservo in archivio, la prima che si apre al vasto pubblico di internet. Per dirvi come sono nate, debbo confidarvi che, essendo parroco di tre parrocchie, ho la responsabilità di cinque chiese, tutte dotate di bacheche curate e belle. Vederle vuote il più del tempo, mi dava pena e non mi andava di usarle solo per annunciare gli orari delle funzioni. Premendomi il messaggio legato al mio ministero, ne ho fatto strumento di comunicazione del medesimo. La trovata, anche se faticosa, mi piacque . Così ho persistito , per anni, in questa attività e persisto tuttora. Non mi stupisco pertanto di averne un gran numero che conservo in ben quattro faldoni divisi per argomento.
E’ buffo ricordarlo ma ve lo voglio dire: inizialmente li avevo battezzati tazebao, perché li stimavo affini a quanto mi era arrivato dalla Cina al tempo della rivoluzione culturale dei successori di Mao. Mi ero fatto idea che si trattasse di messaggi semplici, popolari, soprattutto controcorrente, di poche parole ben centrate, incisive. E così mi sono comportato, aggiungendovi sempre una immagine ritagliata da qualche pubblicazione e usando mezzi poverissimi, un paio di pennarelli e il retro di manifesti che ricevo a bizzeffe.
Ebbene, al faldone “Anno liturgico” appartiene il poster della Quaresima che vi affido.
Invita a interpretare e fare proprie le due espressioni che, tradizionalmente, accompagnano l’imposizione delle Ceneri, il Mercoledì detto appunto delle Ceneri. Si integrano. L’una senza l’altra è monca: non serve, cioè non appartiene al patrimonio della nostra fede, richiamare così drammaticamente il nulla del nostro esistere se il richiamo non viene integrato dalla forza dello Spirito che vince il nulla e opera nuova vita. Così ci portiamo al cuore della Quaresima intesa come preparazione alla Pasqua che è celebrazione del nulla della morte e del tutto della risurrezione di Cristo, cui il credente partecipa nei sacramenti pasquali della confessione (morte) e della risurrezione (Comunione).
In questa celebrazione si vive, interamente, la fede cristiana: l’intero mistero pasquale di Cristo Redentore, che, come tale, riscatta l’umanità dalla sua caduta per portarla, mediante l’effusione dello Spirito, a vita nuova: l’umanità redenta appunto che vive delle Beatitudini e dei doni dello Spirito.
Se questo linguaggio risultasse non pienamente comprensibile, potrei proporlo in altra maniera. L’amore di Dio si manifesta in Gesù storico al punto che, mentre noi siamo ancora malvagi, lui muore per noi. Se crediamo questo e professiamo questa fede, il suo sangue, gratuitamente, ci giustifica cioè ci fa giusti davanti a Dio pur non togliendoci quei “germi misteriosi di connivenza col male che guasta il nostro cuore alla radice.”
Per essere questo il mio biglietto da visita, m’accorgo d’avervi impegnato nel profondo. Ma non potevo farne a meno, trattandosi di Quaresima e di Pasqua.
La gravità del tema risulta poi ancora più evidente se si considerano gli impedimenti che rendono difficile il discorso e sono di grande ostacolo: la convinzione di non aver affatto bisogno di essere giustificati perché ci si ritiene in grado di salvarsi da soli e, ciò che è ancora più brutto, il rifiuto del dono, l’incapacità di accogliere un Amore così grande e incondizionato.
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