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Don PAOLO Vi invita alla VIA CRUCIS A SAN RESTITUTO VENERDI’ 3 APRILE 2015 ORE 15.00
Sansicario Alto :: Generale ::
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Don PAOLO Vi invita alla VIA CRUCIS A SAN RESTITUTO VENERDI’ 3 APRILE 2015 ORE 15.00
Ci ritroviamo, puntuali, all’ingresso del paese, all’inizio della stradina che porta alla chiesa di San Restituto.
Sarà proprio questo appuntamento, in giorno feriale, a dare un primo segno della nostra affezione alla causa a me tanto tanto cara: quella di fare di San Restituto un motore di spiritualità di cui è depositario, santuario per noi e la nostra gente. La nascente associazione assume pienamente questa mission.
Qui mi limito a alcune riflessioni di carattere generale che “rinsaldino i nostri piedi per camminare sulle alture (Abacuc).” Leggo infatti in un daze “come luogo della Memoria, San Restituto ci invita a conservare la genuina traccia dell’Incontro che, nel corso dei secoli, il popolo del Sauze considera il suo Signore, Gesù Benedetto, per trasmetterlo alle generazioni future: fate questo in memoria di Me.” (libro pag 183)
Chiuso il tempo liturgico natalizio, la liturgia domenicale ci ha messo nelle mani il Vangelo di Marco.
” Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”.
Da anni, proprio da anni, vado raccomandandone la lettura continua. Ora ci sono dentro non solo con le ragazzine del catechismo bensì’ con le persone giuste, nel posto giusto: l’evento liturgico.
Ci ricamo con tutto l’entusiasmo di cui sono capace.
Marco, per primo, ha messo insieme, dai vari documenti che aveva a disposizione, un racconto organico sul nostro Gesù. Per secoli e secoli, complice il grande Agostino, declassato al secondo posto, è diventato primissimo, così da essere riconosciuto addirittura inventore della modalità appropriata per scrivere di Gesù, inventore insomma del genere letterario –vangelo-, che nessuno ha mai più usato. Consiste nel raccontare, scrivere ciò che avviene con occhio aperto alla novità del tempo messianico.
Racconto dunque, non cronaca, ben sapendo, anzi per fede persuaso, che il soggetto da raccontare è il Figlio di Dio.
Una scoperta, per me, vivace e consolante. Me la sento dentro quando celebro la Messa: “prendete e mangiate” diventa, nello stile aramaico: toh prendi, questo sono Io.!
Ancora da Marco l’ultimo spunto.
Nelle cinque domeniche di transito tra il natalizio e il quaresimale, la liturgia ci affida, per intero, a tratti, il primo capitolo di Marco. Le mie omelie richiamano l’attenzione su un dato di fondo: Gesù è lanciato a compiere la sua missione, predica, risana, prega, caccia Satana senza tregua. E’ come se volesse rendersi conto di come vanno le cose per dare corso efficace ai suoi propositi che, per ora, tiene misteriosamente nascosti.
Deve intervenire per cambiare il mondo, per farsi protagonista, lì, in quell’ora.
Ecco cosa propongo ai miei ascoltatori: fatevi protagonisti in questo nostro tempo. Le modalità, ce le insegna, ogni giorno, Papa Francesco.
Infine, gli ultimi passi, le cinque domeniche di Quaresima.
Sono cinque passi cadenzati su cinque pagine evangeliche. Facciamocene una idea complessiva perché non sono messe a caso. Sono infatti progressivamente ordinate in vista della Risurrezione.
Nella prime due è ancora Marco a raccontarci delle fiere del deserto ammansite che fanno compagnia a Gesù. Nella seconda, di un’altra fiera ben più agguerrita, Satana, fulminata dalla luce della Trasfigurazione.
Nelle tappe successive è la volta di Giovanni. Viaggia sul teologico, epifanico, ci esorta a porre attenzione ai simboli.
Comincia con il tempio che è lui stesso, il suo corpo, che vive della pienezza del Padre, che “deve essere innalzato da terra per attirare tutti a sé”..
Essere innalzato cioè morire in croce, essere sepolto per vincere la morte. “Infatti se il chicco di grano caduto in terra non muore resta solo, se muore porta molto frutto”.
Mi preparo dunque alla Pasqua e a quanto la precede approfittando delle liturgie domenicali. Te ne faccio partecipe. E’ un mazzo di fiori ciascuno con il colore e il profumo delle domeniche trascorse.
Il primo, il più fragrante, ce lo offriremo venerdì 3 aprile 2015 in occasione della Via Crucis.
Mirella, con le compagne del gruppo, terrà le meditazioni. Gabriella e Paolo i canti.
Don Paolo
Sarà proprio questo appuntamento, in giorno feriale, a dare un primo segno della nostra affezione alla causa a me tanto tanto cara: quella di fare di San Restituto un motore di spiritualità di cui è depositario, santuario per noi e la nostra gente. La nascente associazione assume pienamente questa mission.
Qui mi limito a alcune riflessioni di carattere generale che “rinsaldino i nostri piedi per camminare sulle alture (Abacuc).” Leggo infatti in un daze “come luogo della Memoria, San Restituto ci invita a conservare la genuina traccia dell’Incontro che, nel corso dei secoli, il popolo del Sauze considera il suo Signore, Gesù Benedetto, per trasmetterlo alle generazioni future: fate questo in memoria di Me.” (libro pag 183)
Chiuso il tempo liturgico natalizio, la liturgia domenicale ci ha messo nelle mani il Vangelo di Marco.
” Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”.
Da anni, proprio da anni, vado raccomandandone la lettura continua. Ora ci sono dentro non solo con le ragazzine del catechismo bensì’ con le persone giuste, nel posto giusto: l’evento liturgico.
Ci ricamo con tutto l’entusiasmo di cui sono capace.
Marco, per primo, ha messo insieme, dai vari documenti che aveva a disposizione, un racconto organico sul nostro Gesù. Per secoli e secoli, complice il grande Agostino, declassato al secondo posto, è diventato primissimo, così da essere riconosciuto addirittura inventore della modalità appropriata per scrivere di Gesù, inventore insomma del genere letterario –vangelo-, che nessuno ha mai più usato. Consiste nel raccontare, scrivere ciò che avviene con occhio aperto alla novità del tempo messianico.
Racconto dunque, non cronaca, ben sapendo, anzi per fede persuaso, che il soggetto da raccontare è il Figlio di Dio.
Una scoperta, per me, vivace e consolante. Me la sento dentro quando celebro la Messa: “prendete e mangiate” diventa, nello stile aramaico: toh prendi, questo sono Io.!
Ancora da Marco l’ultimo spunto.
Nelle cinque domeniche di transito tra il natalizio e il quaresimale, la liturgia ci affida, per intero, a tratti, il primo capitolo di Marco. Le mie omelie richiamano l’attenzione su un dato di fondo: Gesù è lanciato a compiere la sua missione, predica, risana, prega, caccia Satana senza tregua. E’ come se volesse rendersi conto di come vanno le cose per dare corso efficace ai suoi propositi che, per ora, tiene misteriosamente nascosti.
Deve intervenire per cambiare il mondo, per farsi protagonista, lì, in quell’ora.
Ecco cosa propongo ai miei ascoltatori: fatevi protagonisti in questo nostro tempo. Le modalità, ce le insegna, ogni giorno, Papa Francesco.
Infine, gli ultimi passi, le cinque domeniche di Quaresima.
Sono cinque passi cadenzati su cinque pagine evangeliche. Facciamocene una idea complessiva perché non sono messe a caso. Sono infatti progressivamente ordinate in vista della Risurrezione.
Nella prime due è ancora Marco a raccontarci delle fiere del deserto ammansite che fanno compagnia a Gesù. Nella seconda, di un’altra fiera ben più agguerrita, Satana, fulminata dalla luce della Trasfigurazione.
Nelle tappe successive è la volta di Giovanni. Viaggia sul teologico, epifanico, ci esorta a porre attenzione ai simboli.
Comincia con il tempio che è lui stesso, il suo corpo, che vive della pienezza del Padre, che “deve essere innalzato da terra per attirare tutti a sé”..
Essere innalzato cioè morire in croce, essere sepolto per vincere la morte. “Infatti se il chicco di grano caduto in terra non muore resta solo, se muore porta molto frutto”.
Mi preparo dunque alla Pasqua e a quanto la precede approfittando delle liturgie domenicali. Te ne faccio partecipe. E’ un mazzo di fiori ciascuno con il colore e il profumo delle domeniche trascorse.
Il primo, il più fragrante, ce lo offriremo venerdì 3 aprile 2015 in occasione della Via Crucis.
Mirella, con le compagne del gruppo, terrà le meditazioni. Gabriella e Paolo i canti.
Don Paolo
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